mercoledì, marzo 14, 2012

LINEA CHIARA

Metti che da ragazzino hai la passione per il Cinema.
Tuo padre ti compra una super8 e tu stai lì tutto preso da quel riquadro piccolo che ti apre le porte ad un mezzo, alla possibilità di raccontare e di esprimersi. E allora giù con i video, con le riprese, con i cortometraggi sgangherati, grezzi, rudimentali e il più delle volte poco riusciti. Ma, come dicevo è una passione. Una passione che vuole diventare professione. Un giorno. Chissà.
Metti che vivi in una città grande. In realtà non è una città grande, tutto fa credere che vivi in una città di provincia ma la cartina geografica ti contraddice e segnala "città grande". Questa comunque è un'altra storia.
Dicevo.
Metti che vivi in una grande città, e un importante regista viene invitato per una sua retrospettiva. È un evento straordinario. Unico. Che a distanza di anni ancora si cita "ti ricordi quando mi ha fatto l'autografo con una stella sul foglietto?" "a me ha toccato il braccio destro e mi ha sorriso". Metti che sempre quel ragazzino con la super8 che gli ha regalato suo padre ha la sfacciataggine di mostrare i suoi cortometraggi al Maestro e che quest'ultimo gli faccia anche dei complimenti e lo sproni a continuare, perché malgrado lo stile acerbo, vede qualcosa di molto forte in quel lavoro. Adesso...
Metti che quel ragazzino fossi io e che il cortometraggio non è altro che uno dei miei primi fumetti fatti in quarta superiore e che davanti a me a sorridermi con gentilezza ci fosse Moebius.
Ecco, metti tutto questo e riavvolgi il nastro, possibilmente il suo nastro e poi spegni la luce, tanto la stanza rimarrà comunque illuminata.
E un'immensa linea chiara rimarrà per sempre.

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