lunedì, agosto 21, 2006

THE END


Il numero 54 di Napoleone chiude un ciclo narrativo tra i più belli mai letti tra le serie bonelliane. Un gioiellino, (così lo definivano in redazione) purtroppo non eccessivamente apprezzato dal pubblico e quindi destinato a chiudere. Per un qualsiasi altro editore, le 20,000 copie vendute mensilmente da Napoleone, sarebbero state da brindisi con lo champagne, ma per Bonelli che paga rispettosamente tutti i suoi collaboratori permettendogli di definire lavoro questo mestiere, la vendita era insufficente.
Io sono un lettore di Napoleone dal primo numero. Il giallo anni '50 invaso da una pirandelliana narrazione onirica, mi ha subito coinvolto.
In principio, Napoleone doveva durare soltanto 9 numeri, ma poi Bonelli apprezzò così tanto il personaggio che gli chiese di continuarlo in serie. Le storie di Ambrosini sono state splendide ogni numero. Storie "ricche", mai fatte per riempire un numero e hanno sempre trattato argomenti che esploravano le parti più intime della natura umana.
Napoleone é tra i pochi che ha trattato argomenti "alti" come la psicologia, la metafisica e l'arte in una testata Bonelli. I disegnatori sono assolutamente fuori da ogni logica Bonelliana (a parte un paio). Sia Camagni che Bacilieri, che Ornigotti, per non parlare del mitico Nizzoli non avrebbero mai trovato altro spazio su altre testate se non fosse stato per la particolarità di Napoleone.
Le prime storie di Napoleone, erano incentrate prettamente su un Noir vecchio stile (la donna, il cattivo, l'assassino, il poliziotto), negli ultimi invece, l'argomento principale era il "concetto". Si raccontavano storie, perché si voleva raccontare della verità, dell'esistenza, della ragione umana, degli stati d'animo, dell'arte, della storia, della guerra. E la zona metafisica, che nei primi numeri serviva da appoggio al personaggio, diventa invece la zona di ragione e ragionamento per il lettore. Il cavallo é una figura straordinaria, quasi inesistente nei primi numeri, nei successivi diventa la voce narrante dello sceneggiatore, e in fondo anche di noi stessi.
A livello grafico Napoleone si evolve allo stesso tempo. I primi numeri era palese la sua somiglianza con Brando, successivamente Napoleone prende coscienza di se quasi imponendosi con i disegnatori, acquistando una sua personale caratteristica grafica.
Napoleone chiude in edicola cé l'ultimo numero, un consiglio.... compratelo.

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